ARMI IMPROPRIE

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martedì 28 agosto 2007

La vita sessuale dei camaleonti - intervista con l'autore

Questo mese abbiamo il piacere di incontrare Cristiana D. Formetta, autrice emergente de "la vita sessuale dei camaleonti", collana i Lemming della Coniglio Editore.

Il libro racconta la storia di tre personaggi e delle loro vite divise tra Londra, Los Angeles e l'Italia. Un indagine tra le emozioni esplorando la natura sentimentale contemporanea, disegnando una nuova geografia di rapporti interpersonali.


AI : Come ti è venuta l'ispirazione di scrivere questo libro ?

L'idea di scrivere La vita sessuale dei camaleonti è scaturita dalle conversazioni con un amico fotografo, che per molti anni ha vissuto e lavorato all'estero. Quasi tutti i miei libri nascono così, da incontri occasionali con altre persone che come me, vivono una vita un po' selvaggia, sempre con una valigia in mano, sempre in cerca di un'impossibile equilibrio tra il sogno e una realtà che spesso ci porta a sacrificare tutto, anche le cose belle come l'amore.

AI : Nel tuo libro si possono trovare riferimenti con la tua vita privata ? Esperienze vissute in prima persona, momenti particolari ?

I personaggi principali del libro sono tutti artisti, o aspiranti tali, e si muovono in un contesto che io conosco bene. Di conseguenza, molte persone che frequento e che ho frequentato in passato hanno contribuito inconsciamente a delineare meglio sia il carattere di Mauro, fotografo free-lance che dal Regno Unito torna in Italia dopo l'ennesimo insuccesso, sia quello di Trevor, un pittore a fine carriera che intreccia una relazione con Lisa, la fidanzata del suo gallerista. Persino la "scrittrice senza nome" che appare all'inizio e alla fine del libro, accompagnando con le sue riflessioni lo scorrere della vicenda, non è più il mio alter-ego, ma solo una donna che ha un traguardo e vuole raggiungerlo con ogni mezzo. Non importa se debba usare il sesso o il proprio talento per riuscirci.
Il libro riflette un momento particolare della mia vita, ma quella che io descrivo potrebbe essere la vita di una qualunque ragazza del sud (io sono nata a Salerno) che all'improvviso sente nascere dentro di sé la voglia di fuggire. Fuggire dalla città e da una morale che la soffoca. Insomma cambiare pelle come un rettile, o colore proprio come un camaleonte, solo per sentirsi finalmente diversa, e lasciarsi travolgere da desideri e bramosie (anche sessuali) che la porteranno a vivere avventure al di là del bene e del male. Come donna non posso che condividere la voglia di mettersi in gioco della mia protagonista, e anche quel pizzico di egoismo che guida la sua strada. Ma come scrittrice ho un temperamento più riflessivo, e so che nella vita, proprio come nei libri, non c'è sempre un lieto fine.

AI: Che cosa provi ogni volta che scrivi un libro come questo, che parla di sentimenti così forti ?

Scrivere richiede sempre molto autocontrollo, altrimenti non sei tu che controlli la scrittura ma è la scrittura che controlla te. Ma scrivere di passioni così forti senza lasciarsi coinvolgere è praticamente impossibile. Mentre scrivevo La vita sessuale dei camaleonti ho provato una forte empatia con Trevor, il personaggio a me più caro. Trevor vorrebbe credere nei sentimenti, nell'amicizia, in qualcosa di pulito. Ma quello che vede intorno a sé lo scoraggia, e lo spinge a cercare nel sesso quell'amore che gli manca. E alla fine del libro mi sono sorpresa ad augurargli buona fortuna, come se Trevor fosse lì vicino a me, in carne ed ossa.

AI : Sappiamo che hai pubblicato racconti, in Italia e all'estero. Due diverse realtà. Cosa pensi della realtà editoriale del nostro paese, rispetto a quello che avviene all'estero, soprattutto per quanto riguarda gli autori esordienti ?

La scena editoriale inglese, come quella americana, è molto diversa dalla scena editoriale Italiana. All'estero c'è un buon numero di case editrici disposte a scommettere su autori esordienti o comunque poco noti, perchè si può contare su un bacino di lettori più ampio. Invece in Italia, ad eccezione della Coniglio Editore e di pochi altri coraggiosi, le persone disposte a correre un "simile rischio" sono ancora troppo poche, e forse si preferisce pubblicare sempre i soliti nomi, come se questo fosse un sicuro investimento. Ma per fortuna anche qui le cose stanno cambiando.Nell'ultimo anno ho letto numerosi libri di autori semi-sconosciuti, e tutti scritti molto bene. Da buona lettrice, faccio il tifo per loro.

AI : Quali sono i tuoi progetti per il futuro ?

In questo periodo sto lavorando a due progetti che mi stanno molto a cuore.Attualmente sono impegnata a cercare nuovi autori per la collana "I pitbull - libri piccoli e cattivi" per conto della Nicola Pesce Editore. Inoltre sto scrivendo un nuovo romanzo, che si chiamerà Il cuore nero degli uomini. Un romanzo più intimo e personale, che tratta di passioni inconfessabili e di segreti nascosti all'interno di una piccola comunità.

AI : Siamo felici che sia stata tu il primo autore ad inaugurare Armi Improprie. Ti chiediamo di lasciarci un segno della tua visita, raccontandoci un'aneddoto particolare, il più strano che ti sia mai capitato.

Una sera, un giovane architetto di origini ebree con chiare inclinazioni alle pratiche sadomaso, ha provato a sedurmi con la scusa che noi due insieme formavamo una coppia perfetta. Tutto questo perchè lui era convinto (e credo lo sia tuttora) che le ragazze cattoliche fossero per natura delle perfette "schiave", a causa del loro credo religioso che le spinge ad essere così dolci e sottomesse. A dire il vero, io non so se questa sia la situazione più strana che mi sia capitata, però per la prima volta ho pensato alla religione come qualcosa di sexy.
Bizzarro, vero?

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