ARMI IMPROPRIE

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venerdì 9 novembre 2007

Lo sport può essere una delle risposte più efficaci ai mali della nostra società.

di Roberto Ghiretti
Presidente Studio Ghiretti

Hermann Goering, il famigerato gerarca nazista, spiegava che quando sentiva “parlare di cultura metteva mano alla pistola”, mentre il celebre autore tedesco Bertolt Brecht pensava che la cultura fosse un’arma. Io sono dalla parte del secondo: la cultura è un’arma da puntare contro l’ignoranza, nella quale la nostra società sta rischiando di scivolare lentamente. E cos’è lo sport se non cultura?
Penso che la cultura, la pratica e lo stile di vita tipico dello sport siano capaci di generare un miglioramento della qualità della vita delle persone e di favorirne la crescita verso una direzione positiva. Probabilmente per i ragazzi di oggi, al termine della giornata scolastica, sarebbe meglio uscire per andare a giocare praticando uno sport, al posto di trascorrere ore davanti alla televisione a sognare di diventare parte del “fantastico mondo dello spettacolo”. Lo sport non è solamente cultura del fisico ma rappresenta uno stile di vita, che aiuta ad essere un sano e serio cittadino, abituando nuovamente le ragazze ed i ragazzi ad un sistema con delle regole, e non ad un mondo dove tutto accade per caso e per fortuna e mai come conseguenza di un percorso e di un impegno.
Ed in particolare in questi giorni, attraversati da moti di antipolitica, dalle critiche alla “casta”, dalla sensazione diffusa d’incertezza che abbiamo la necessità di ritrovare alcuni punti di riferimento importanti. Investire nello sport oggi porterebbe una sicura riduzione del disagio sociale, significherebbe fare prevenzione attiva nei confronti delle disfunzioni della nostra società, da quelle “politiche” a quelle sanitarie. Ciò contribuirebbe notevolmente sia a far diminuire la quantità degli adolescenti in sovrappeso, che passano ore a giocare con i videogames, anziché farlo nei cortili come una volta, sia a favorire l’acquisizione di uno stile di vita anche dal punto di vista mentale, introducendo i ragazzi al lavoro di gruppo, al concetto di leadership e dando loro degli obiettivi, togliendoli concretamente dalla “strada”.
Per una crescita ulteriore del sistema sportivo come “fabbrica” di socialità è però necessario che questo ruolo venga chiaramente riconosciuto da tutti gli interlocutori pubblici e privati. Si dovrebbe tentare di potenziare le strutture sportive, dalle Federazioni alle singole associazioni, mettendole in maggiore comunicazione con il mondo economico e politico; spiegando a questi ultimi quanto sia importante anche per loro investire nel settore, non solo comprando uno spazio su un cartellone o patrocinando un’iniziativa, ma costruendo percorsi articolati di collaborazione che lascino un segno in profondità.
Insomma, oggi c’è veramente un forte bisogno di aggregazione e socialità: lo sport può contribuire alla costruzione di uno stile di vita positivo non solo per il fisico ma anche per la morale. Credo fermamente che lo sport possa essere una delle risposte più efficaci ai mali, ormai cronicizzati, della nostra società.

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