ARMI IMPROPRIE

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venerdì 9 novembre 2007

Politici e Blog: l'ignoranza del potere.

Non ne parlavano i politici, non se ne parlava nei dibattiti, non ne facevano accenno il 98% dei media tradizionali. Internet in Italia, per la politica sembrava non esistere.
Finchè un giorno, un comico genovese, dopo che per anni aveva divertito gli italiani dicendo la verità, come nella più nobile tradizione della commedia dell'arte, non decideva di mandare tutti affanculo tramite il suo Blog."Ma come è possibile !?!" si sono detti indignati i potenti.
Come può una persona, seppur nota, riscuotere così tanto consenso parlando semplicemente dalla rete. Non dalla televisione o dai giornali controllati dai grossi gruppi editoriali, ma da un "volgarissimo" Blog.

Benedetta ignoranza !

I nostri politici non sapevano di avere a che fare con un bacino di utenza di circa 20 milioni di persone ( dati Censis ) e che il blog in questione è tra i primi 100 della classifica dei blogs più famosi del mondo, con più di 2687 siti collegati ad esso ( stima di Technorati ).
Ora, anche se non ci è dato sapere se questa gente sia veramente convinta che Ruppert Murdoch sia un magnate eccentrico tanto fesso da investire su internet solo nel 2005 2 miliardi di dollari, o che Ebay, in quanto casa d'aste online sia così bizzarra da comprare Skype ( oggi la più conosciuta piattaforma software per il Voip ) per oltre 4 miliardi di dollari.
Una cosa è certa: siamo governati da gente che non capisce niente di nuove tecnologie.

La cosa potrebbe anche non interessare, se non per il fatto che in questi giorni sono state varate due iniziative che riguardano tutti:La prima proviene da Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile. Il 99% chiuderebbe. Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
In attesa che il disegno di legge Levi-Prodi venga approvato dal Parlamento, l'arzillo vecchietto ha modificato l'articolo 7 della Levi-Prodi con un comma aggiuntivo invece di cancellare l'abominio. Ecco il comma:"Sono esclusi dall'obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro".Cosa si intende per organizzazione imprenditoriale del lavoro? Chi propone pubblicità dal suo sito, come ad
esempio Google AdSense, ricade in questo caso? Chi vende un prodotto on line è un imprenditore del lavoro?

La seconda iniziativa, per la verità da tempo (troppo) nell'aria è ad opera del Ministro delle Telecomunicazioni Paolo Gentiloni per il WiMax, la tecnologia che trasmette a 50 chilometri con costi di impianto molto bassi che dovrebbe risolvere il problema dell’ultimo miglio, Gentiloni ha avuto un’intuizione straordinaria: chi meglio dei responsabili del nostro digital divide può risolvere il problema del digital divide? Dopo un rapido consulto con Telecom, Vodafone, H3G e Wind ha deciso di farli partecipare al bando. “Per incrementare la competizione nelle telecomunicazioni” ha spiegato. Le frequenze per il WiMax di proprietà dello Stato saranno consegnate ai responsabili del ritardo dell’Italia che, secondo i dati dell’Unione Europea, è sotto la media dell’Europa allargata dei 27. Per facilitare l’ingresso dei grandi operatori il Ministro ha fissato il prezzo d'asta complessivo di tutte le licenze WiMax in 45 milioni di euro.
Nel frattempo il mondo, come al solito, ride di noi. Il Times in un articolo dal titolo: "Assalto geriatrico ai bloggers italiani" ci definisce come: "una nazione di legislatori ottuagenari eletti da settantenni, i pensionati".

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